BORN NAKED
(the rest is drag)
Qualche anno fa, parlando con alcuni amici, mi sono sentita dire “Un locale di Drag Queen? Non andiamo lì allora, mi fanno troppa paura!”
Il mondo delle Drag Queen resta ancora sconosciuto nelle sue origini, viene visto con un po’ di curiosità, ponendosi mille domande sulla sua costruzione, ma al tempo stesso viene visto in maniera distaccata, con diffidenza, con la “paura del diverso”. Radicato per dare manforte nella causa delle persone LGBTQI+, è stato sicuramente stimolo per il superamento del pregiudizio contro quello che una volta, in accezione negativa, veniva chiamato “travestitismo”.
Sono stata con alcune drag queen prima delle loro serate nel sabato notte milanese, concentrandomi sul backstage, ovvero su tutto ciò che da fuori non si vede, su ciò che succede prima di entrare in scena: l’adrenalina, i vestiti appariscenti, il trucco pesante, le parrucche bionde, i glitter sulla barba, la sigaretta prima di calpestare lo stage.
Sono sempre stata affascinata da questo mondo, ma ciò che mi ha spinto a seguirle per il mio progetto è soprattutto la loro forza, il loro coraggio e la sicurezza con cui ogni giorno si mettono in gioco per seguire questa passione. L’arte del Drag è tutt’altro che mascherare se stessi, è un mezzo per spingersi oltre ogni confine (estetico, emotivo, identitario), ma soprattutto per abbattere gli ostacoli più difficili, ovvero quelli che ci impediscono di vivere come vogliamo, ascoltando i nostri desideri e la nostra identità, qualunque essa sia.
“Fare drag serve a ricordarci che siamo molto più di quello che crediamo di essere; molto più di quello che c’è scritto sui nostri documenti d’identità.”

